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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 11
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originale
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[11] Quam ob rem de iudicio Panaetii dubitari non potest; rectene autem hanc tertiam partem ad exquirendum officium adiunxerit an secus, de eo fortasse disputari potest. Nam, sive honestum solum bonum est, ut Stoicis placet, sive, quod honestum est, id ita summum bonum est, quemadmodum Peripateticis vestris videtur, ut omnia ex altera parte collocata vix minimi momenti instar habeant, dubitandum non est quin numquam possit utilitas cum honestate contendere. Itaque accepimus Socratem exsecrari solitum eos, qui primum haec natura cohaerentia opinione distraxissent. Cui quidem ita sunt Stoici assensi, ut et, quicquid honestum esset, id utile esse censerent, nec utile quicquam, quod non honestum.
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traduzione
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11. Per questo motivo non si pu? dubitare delle intenzioni di Panezio; si potr? forse discutere se a giusta ragione oppure no abbia aggiunto questa terza parte per trattare a fondo il dovere: infatti, vuoi che l'onesto sia il solo bene, come ritengono gli Stoici, vuoi che, come sembra ai vostri Peripatetici, ci? che ? onesto sia il sommo bene - sicch? tutti gli altri beni posti nell'altre piatto della bilancia abbiano appena un piccolissimo peso -, non si deve mettere in dubbio che l'utile non possa mai essere in conflitto con 1'onesto. Perci? sappiamo che Socrate era solito contestare violentemente quelli che per la prima volta avevano operato una distinzione teorica tra questi concetti, per natura collegati tra di loro. In realt? gli Stoici furono talmente d'accordo con lui, da ritenere che tutto ci? che ? onesto ? utile, e non ? utile ci? che non ? onesto.
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